Dalla prefazione di Giancarlo Alfano

Di qui la duplice tendenza metrica della poesia di Somelli: che da una parte indulge a forme aperte, semmai con versi brevi che tagliano rapidi il dettato; mentre dall’altra frequenta in maniera insistita il sonetto, variandone, certo, in più modi la disposizione dei versi ma comunque corteggiandone l’ideale ‘chiusura’ formale. L’istanza del presente si rivela insomma una forma di resistenza almeno quanto è una espressione di risentimento, nell’epoca in cui l’io del poeta (qualunque poeta) per potersi dire deve fronteggiare i flussi (a partire dal flux de connerie del mondo comunicativo), sapendo però di essere a propria volta fluido, se non evanescente. La doppia evocazione di Rimbaud affianco a Gozzano è forse la perfetta sintesi di una poesia tanto consapevole quanto animata da una urgenza che vuole essere-presente. E che in questo modo riesce a farsi memorabile anche per il lettore.

 

da Sotto l’ombra (Formebrevi 2019)


La visione mattutina

Nell’afa ferma a un tratto lo scirocco
pare buttare benzina sul fuoco.
Nella città spossata, tra calche di sbandati
scoppiano rossi cipressi di roghi.
Trema la piazza come in un miraggio.
Le masse inforcano vip e demagoghi:
volano travi, crollano chiese, croci divelte
fanno da mazze che sfasciano teste.
Ferma la folla è cosciente di essere
stata privata del grasso benessere.

Nel sottoscala alla stazione uno,
quasi un bambino,
si fa in silenzio nel grande frastuono.

 

Affectio coniugalis

«E ancora i tuoi sbuffi, le tue arcane
incertezze, i tuoi cinque minuti, il tuo
strascicarti per casa urlando strane
questioni, soluzioni. E la tua
angoscia premestruale, la paura
di rimanere sola nella tua
solitudine immensa, nella impura
apatia che ti abbatte ormai è mia.
Tuo il vero vuoto dei miei occhi, il mio
sacrificare notti “a chicchessia”,
non a te. Che volevi? la poesia?
uno schiavo? il sì davanti a Dio?»

Era la verità gridata a turno
porta per porta, scale su scale:
l’amore duro, condominiale. Io
salivo a casa, solo, taciturno.


Sonetto del cameriere

a M. B.

Dirti sfacciatamente quanto è bella
questa tua foto è troppo o è troppo poco?
Non so. Dimmelo tu. Sei tu (o no?) quella
su facebook dottorata e poetessa

con il pallore da sacerdotessa?
Profumi di dolcezza e di cannella.
– Consiglia agnello (ma ti ha vista?) il cuoco –
Trecento e passa like con la tabella

commenti intatta, vuota e silenziosa.
Li hai messi tutti muti a sospirare,
appesi alle tue labbra (ma sognare

che scarpe avevi – o avevi i piedi nudi…
se leggi con quegli occhi, è un’altra cosa).
Ti servirei frutti di mare crudi.

 

Lorenzo Somelli (Napoli, 1974), insegnante, promotore della lettura. Dottore di ricerca in Filologia moderna, ha collaborato con la “Rivista di Studi Danteschi” dal 2001 al 2005. Ha scritto su Dante, su Giorgio Caproni, su Sandro Penna. Sotto l’ombra (Formebrevi 2019) è la sua opera poetica d’esordio.

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