da Oltre le analogie umane Antologia personale 1974-2020 (Kolibris 2022, traduzione di Chiara De Luca)

Da La lirica, 2020

Le Pera

La morte ha sempre incorniciato le cose,
in modo che perdere non è puro, ma oscuro
paesaggio di cui saremo sempre colpevoli.
Ma a quella creatura immaginaria mancava
il flusso delle sue mani, bianco come una malta sotto
la luna,
senza rimorsi, senza colpa, una pura nostalgia di risate
che faceva esplodere le cose, in modo
che la lacrima nascosta che andava discreta e composta,
urbana e scura per la Quinta Avenue, forse
un pomeriggio piovoso, una domenica, era
l’unica sopravvissuta di un mondo in cui tutte
le città
erano affondate tra fumo e musica logora di grammofoni
e rumori sordi in fondo ai bar.
La vergogna di essere stato occupava tutto lo spazio delle
strade
abbandonate da milioni di abitanti
rapidi e pallidi.

Le Pera

La muerte siempre enmarañó las cosas,
de manera que perder no es puro, sino oscuro
paisaje del que seremos siempre culpables.
Pero de aquella imaginaria criatura extrañaba
el flujo de sus manos, blanco como una lechada bajo la luna,
sin remordimientos, sin culpa, una pura nostalgia de risa
que hacía estallar las cosas, de modo
que la lágrima embozada que iba sigilosa y compuesta,
urbana y hosca por la Quinta Avenida, quizá
una tarde lluviosa, un domingo, era
la única sobreviviente de un mundo en el cual todas
las ciudades
se habían hundido entre humo y música raída de vitrolas
y ruidos sordos en el fondo de los bares.
La vergüenza de haber sido ocupaba todo el espacio de
las calles
abandonadas por millones de habitantes
presurosos y pálidos.

Da El Cairo, 2015

La fermezza della solitudine nei manubri

Non ho bisogno di ampi campi per sentire la solitudine
popolata –
sentire o vedere, annusare o palpare, un senso deve rendere
conto di questo –.
Sei lì in piedi,
dietro una poltrona, in uno stretto spazio, di spalle a una
finestra
di vetri smerigliati. Ricordo
e il ricordo rende la tua ombra più gentile.
La diafanità dei campi e degli spettri hanno uno strano
legame.
Sostanziale è quest’ampia solitudine nelle motociclette
parcheggiate sul marciapiede.
Pomeriggio di dicembre, 2013. Buenos Aires.
Sostanziale nel tormento che sente fino al sole stellato
contro un cielo di celeste ardente.
Il deserto di gente percorso, di beduini, di motociclisti
senza radici,
ma le cui radici portano il lontano partire di una
qualsiasi imbarcazione,
una scialuppa guerriera, una nave in panne, una petroliera.
Radici magnetizzate di deserto di solitudine e di parole
che si ricordano, che mitigano, che scavano il fantasma.
Nessuno scrive su queste mura Viva mia madre. Nessuno
scrive la verità.

La firmeza de la soledad en los manubrios

No necesito los anchos campos para oír la soledad poblada –
oír o ver, oler o palpar, un sentido debe dar cuenta de esto–.
Estás parada ahí,
tras un sillón, en un estrecho espacio, de espaldas a una
ventana
de vidrios esmerilados. Recuerdo
y el recuerdo hace tu sombra más amable.
La diafanidad de los campos y los espectros tienen un
raro vínculo.
Sustancial es esta ancha soledad en las motocicletas
estacionadas sobre la vereda.
Tarde de diciembre, 2013. Buenos Aires.
Sustancial en el agobio que siente hasta el sol estrellado
contra un cielo de celeste ardiente.
El desierto de gentes recorrido, de beduinos,
de motociclistas sin raíces,
pero cuyas raíces portan el lejano partir de una
embarcación cualquiera,
una chalupa guerrera, un barco al pairo, un petrolero.
Raíces imantadas de desierto de soledad y de palabras
que se recuerdan, que mitigan, que ahondan el fantasma.
Nadie escribe en estas paredes Viva mi madre. Nadie
escribe la verdad.

Da Macchina di faro, 2006

Nota: Fiori

Presento i fiori sul balcone;
hanno un’orgiastica missione privata.
Con abilità guardo i fiori
e il loro il sentimento
non riuscirei a captarlo in anni
di scrittura sinuosa e sottile.
Direi che si sono aperti alla pioggia e ai tuoni
e molto mi sfugge comunque.
Oltre le analogie umane,
e con la mente occupata in chiamate
che farò dopo,
guardo le corolle rosse
da una specie di zen.
Era quello che dicevi, aspettare, con lo sguardo qui
e la testa in un nirvana di occupazioni varie.

Nota: Flores

Presento las flores en el balcón;
tienen una orgiástica misión privada.
Con habilidad miro las flores
y de ellas el sentimiento
no lograría captar en años
de escritura sinuosa y delgada.
Diría que se han abierto a la lluvia y a los truenos
y mucho de todas maneras se me escapa.
Más allá de las analogías humanas,
y ocupada la mente en llamadas
que haré después,
miro las corolas rojas
desde algo parecido al zen.
Era lo que decías, esperar, con la mirada acá
y la cabeza en un nirvana de ocupaciones varias.

Da Las Vegas, 2000

Flamingo Hilton

Alte le rose, asciutte le pareti.
I passi affrettati nelle stanze.
Il cellophane custodito nei guardaroba.
Ora, come prendendo a calci una massa di cavi vecchi
per strada,
esigeresti risposte
ai problemi manufatti
con cui ti sei tradito
nel corso di molti anni.
Banalità nella storia intima
di ogni casa attuale
E di tutte le case già scomparse:
i regali, le malattie, le cene, i cortili, le tende.
Le rose sono alte,
le pareti sono asciutte
– muoiono in seguito,
durano anni con le loro macchie,
ma non hanno il colore della rosa
e la sua snervante delicatezza –.
Rose o fenicotteri nelle grandi mattine
indicano un itinerario
in cui nessuno si confonde.
Questo è rosso, quello è rosa,
la materia è debole.

Flamingo Hilton

Elevadas las rosas, secas las paredes.
Los pasos apurados por las habitaciones.
El celofán guardado en los placares.
Ahora, como si patearas masas de cables viejos en la calle,
exigirías respuestas
a los problemas manufacturados
con que te engañaste
a lo largo de muchos años.
Banalidad en la historia íntima
de cada casa actual
Y de todas las casas ya desaparecidas:
los regalos, las enfermedades, las cenas, los patios, las
cortinas.
Las rosas son elevadas,
las paredes son secas
– mueren después,
duran años con sus manchas,
pero no tienen el color de la rosa
y su enervante delicadeza–.
Rosas o flamencos en las grandes mañanas
señalan un itinerario
en el que nadie se confunde.
Esto es rojo, aquello es rosa,
la materia es tenue.

Da Volo basso, 1974

Lupo, agnello e dolori del tabacco

Perché scrive poesie
se poi le spezza coi denti?
Chiedeva il lupo all’agnello
Per vederti meglio, gli rispondeva
l’agnello masticando tremule voci
alla luce della realtà sociale
E il lupo si nascondeva in un bosco
di buone intenzioni, fatiche della
memoria, dolori del tabacco.

Lobo, cordero y dolores del tabaco

¿Para qué escribe poemas
si después los rompe con los dientes?
preguntaba el lobo al cordero
Para verte mejor, le respondía
el cordero masticando trémulas voces
a la luz de la realidad social
Y el lobo se escondía en un bosque
de buenas intenciones, fatigas de la
memoria, dolores del tabaco.

 

Jorge Aulicino è nato nel 1949 Buenos Aires, Argentina. Ha pubblicato, tra gli altri, i libri di poesia La caída de los cuerpos, Paisaje con autor, Hombres en un restaurante, Almas en movimiento, La línea del coyote, Las Vegas, La luz checoslovaca, La nada, Hostias, Máquina de faro, Cierta dureza en la sintaxis, Libro del engaño y del desengaño e El camino imperial. Escolios. Nel 2015 ha pubblicato El Cairo e nel 2016 Corredores en el parque. Nel 2012 ha dato alle stampe tutte le sue opere scritte fino a quell’anno nel libro Estación Finlandia. Ha tradotto diversi poeti italiani tra cui Cesare Pavese, Pier Paolo Pasolini e Antonella Anedda. Ha selezionato e tradotto con Jorge Salvetti poesia dello statunitense Frederik Seidel. Nel 2011 ha pubblicato la sua traduzione dell’Inferno di Dante Alighieri. E nel 2015 la traduzione completa della Commedia. Per 28 anni ha lavorato nel giornale «Clarín» di Buenos Aires. Dal 2005 al 2012 è stato capo redattore della rivista di cultura «Ñ». Tra il 1987 e il 1992 ha fatto parte del Consiglio Direttivo di «Diario de Poesía Diario de Poesía» e attualmente collabora con la rivista digitale «Op. Cit.» e con la rivista «Periódico de Poesía» dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). Getisce il blog di poesia tradotta e poesia in spagnolo Otra Iglesia Es Imposible e fa parte del Club dei Traduttori Letterari di Buenos Aires. Nel 2015 ha ricevuto il Premio Nazionale di Poesia.

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