Dalla presentazione della casa editrice

Stephen Crane ha avuto un’enorme influenza sulla narrativa americana con romanzi e racconti che hanno ispirato i suoi contemporanei e le generazioni a venire, da Theodore Dreiser a Ernest Hemingway. La sua poesia ha invece ricevuto meno attenzione, malgrado sia, al pari della sua prosa, potente e affascinante. Il volume raccoglie, per la prima volta in traduzione italiana, l’intera produzione poetica di Crane: le due raccolte pubblicate in vita (I cavalieri neri e altri versi e La guerra è gentil) e altri componimenti pubblicati su giornali e riviste. Ne emerge una voce sincera e originalissima, che esprime il conflitto interiore del poeta, lacerato fra la credenza in un’entità superiore e il rifiuto dell’immagine del Dio cinico e crudele ereditata dalla sua rigida educazione metodista. Una voce che attacca con forza, ma anche con ironia, i mali del suo tempo e di ogni tempo: l’ipocrisia, la falsa sapienza, la sopraffazione, l’assurdità della guerra e della violenza.

da Tutte le poesie (Interno Poesia 2021), cura e trad. di Franco Lonati

XXVI

Davanti a me si ergeva una maestosa collina,
e per lunghi giorni la scalai
arrampicandomi nella neve.
Quando finalmente guardai dalla cima,
mi parve di aver fatto tanta fatica
solo per vedere giardini
a distanze impossibili.

XXVI

There was set before me a mighty hill,
And long days I climbed
Through regions of snow.
When I had before me the summit-view,
It seemed that my labor
Had been to see gardens
Lying at impossible distances.

*

XXXI

Molti operai
costruirono un’enorme palla di pietra
sulla cima di una montagna.
Poi scesero a valle,
e si voltarono a osservare la loro opera.
«È magnifica», dicevano;
erano entusiasti di ciò che avevano costruito.

All’improvviso, si mosse:
venne loro addosso a gran velocità;
li schiacciò e li maciullò.
Ma qualcuno fece in tempo a gridare.

XXXI

Many workmen
Built a huge ball of masonry
Upon a mountain-top.
Then they went to the valley below,
And turned to behold their work.
«It is grand», they said;
They loved the thing.
Of a sudden, it moved:
It came upon them swiftly;
It crushed them all to blood.
But some had opportunity to squeal.

*

Un giornale è una collezione di mezze ingiustizie
che, strillata da ragazzini per miglia e miglia,
diffonde la sua curiosa opinione
a un milione di uomini pietosi e beffardi,
mentre le famiglie abbracciano le gioie del focolare
spronate da racconti di agonie disperate e solitarie.
Un giornale è un tribunale
dove ognuno è sottoposto a un processo cordiale e iniquo
da uno squallore di uomini onesti.
Un giornale è un mercato
dove la saggezza vende la sua libertà
e i guadagni inattesi vengono incoronati dalla folla.
Un giornale è una partita
in cui un giocatore vince grazie ai suoi errori
e il suo avversario, con tutto il suo talento, non guadagna
che la morte.
Un giornale è un simbolo;
è un’inutile cronaca della vita,
una collezione di storie chiassose
che concentrano idiozie eterne,
che nei tempi antichi vivevano libere da capestri,
vagando in un mondo senza barriere.

*

A newspaper is a collection of half-injustices
Which, bawled by boys from mile to mile,
Spreads its curious opinion
To a million merciful and sneering men,
While families cuddle the joys of the fireside
When spurred by tale of dire lone agony.
A newspaper is a court
Where every one is kindly and unfairly tried
By a squalor of honest men.
A newspaper is a market
Where wisdom sells its freedom
And melons are crowned by the crowd.
A newspaper is a game
Where his error scores the player victory
While another’s skill wins death.
A newspaper is a symbol;
It is fetless life’s chronicle,
A collection of loud tales
Concentrating eternal stupidities,
That in remote ages lived unhaltered,
Roaming through a fenceless world.

 

Stephen Crane nasce a Newark nel 1871 in una famiglia di lunga tradizione metodista. L’infanzia è segnata da frequenti malattie e l’adolescenza da un’istruzione discontinua. Anche il suo percorso accademico è tormentato e, dopo un semestre alla Syracuse University, abbandona gli studi per diventare giornalista e scrittore a tempo pieno. Dopo l’esordio col romanzo Maggie (1893), passato quasi inosservato, il successo arriva improvviso con Red Badge of Courage (1895), che gli regala la fama internazionale e opportunità di lavoro che lo portano a viaggiare in tutto il mondo. Pubblica anche la sua prima raccolta poetica che viene invece condannata dalla critica. Una certa tendenza all’autodistruzione lo porta a vivere una vita di eccessi e scandali che, unita alla salute precaria, lo consuma in fretta. Fa in tempo a pubblicare alcuni fra i migliori racconti della narrativa americana, altri brevi romanzi e una seconda silloge poetica. Muore nel 1900 in un sanatorio tedesco a soli 28 anni.

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