Ulisse e Calipso di Arnold Bocklin

Mi è toccato, e non è compito da poco, chiudere con un editoriale questo strano 2020. Non si può, o almeno è questa l’opinione di colui che scrive e che, solo per coincidenza, è anche il direttore responsabile di questo giornale, non concluderlo con una riflessione (breve, per carità) riguardo il periodo strano che è appena trascorso, e che (al netto delle giuste menzogne che ci raccontiamo) ci ha provati tutti e ci lascia, in qualche modo, stanchissimi.
Laconica, arida, e sinceramente “improvvida” è stata la reazione della politica (italiana e internazionale) davanti al virus. Scrausa è invece stata quella dei grandi vecchi della poesia italiana, divisi tra i placidi, i borghesi, gli instapoet e i negazionisti. Tutto abbiamo visto, e quasi tutto ci ha mosso le budella al vomito, quello che non abbiamo visto né sentito, e a cui forse bisognerà cercare qualche perché, è una dichiarazione seria sul lavoro culturale in questo Paese.
Se qualche dichiarazione è arrivata, è stata, mi si scuserà il termine, minchionesca quanto insufficiente. I tanti, sfortunati e disperati artisti italiani sono stati definiti clown “che ci fanno tanto divertire”, i teatri e i cinema sono rimasti chiusi, gli studenti e gli insegnanti sono stati messi all’angolo, gli universitari (i peggio trattati), non sono stati nemmeno mai menzionati [1].

Dunque, per il mondo culturale italiano, a cui mi pare afferisca ancora l’ambito della poesia, che anno è stato, questo?
Lo ha spiegato, in breve, l’ottimo Alessio Paiano, che su questi schermi mi ha preceduto con l’editoriale di novembre, nel quale si è scagliato, giustamente, contro l’ingresso che (dal Salone del libro fino all’ultimo festival di poesia) abbiamo violentemente fatto nelle case degli autori italiani. Qui le librerie, le spillette, i quadri, i mobili Flos, catalogo di una cultura piaciona quanto, è bene dircelo una volta per tutte, assolutamente inerme.
Nessuno infatti tra gli intellettuali italiani, dobbiamo rendercene conto, ha oggi una voce autorevole (no, nemmeno Saviano) contro scelte politiche giuste o sbagliate, di un governo o dell’altro. Il perché è presto spiegato: quando una popolazione è colpita da un fenomeno globale, ma globale veramente, come una guerra su scala internazionale o una pandemia ecco che questa si mostra immediatamente per quella che realmente è. Se durante la seconda guerra mondiale l’Italia si rifugiava nelle preghiere o nella resistenza, animata com’era da pochi chiari ideali, oggi il Paese certifica la sua fede nel consumo continuo e indiscriminato, nei cataloghi di Amazon e Ikea, si scopre a pensare a quando potremo di nuovo inondare le birrerie con la nostra chiassosa euforia, a quando torneranno i fiori. È questo, capiamolo, il ruolo che ci spetta e che ci si prospetta per gli anni futuri, quello di accaniti consumatori. Dallo scoglio di questa miseria gli intellettuali esprimono un dolore che non verrà raccolto, diventano, per dirla con il Gramsci dei Quaderni, mosche cocchiere, che credono di avere dietro un popolo (la classe operaia, la società di massa, lo sciame contemporaneo) e che invece non parlano che a loro stessi.
In poesia questo concetto si amplifica orrendamente: piccole squadre si sono create, spesso in connessione tra loro, senza seguiti e scarne al punto di non costituire nemmeno un pubblico autoreferenziato.

In ultimo: il 25 novembre è morto Diego Armando Maradona. Lo sappiamo tutti e tutti, in un qualche modo, ci abbiamo fatto i conti. Questo perché Maradona si è trovato nella contingenza storica di essere noto a un pubblico che amava visceralmente quello che quell’individuo sapeva fare meglio di chiunque altro: giocare a calcio.
Quello che nessuno sa (compreso il sottoscritto) è che il 24 novembre è morto Vasil Yakusha, canottiere sovietico medaglia d’oro alle olimpiadi del 1980. Campione serissimo, ne siamo certi, che però non si è mai trovato nella fortunata contingenza sopra descritta.
Il rischio, per i poeti italiani, è quello di una mancata percezione personale: abituati come siamo a sillogismi novecenteschi che abbiamo incamerato (poeta=famoso=eterno) potremmo trovarci dopati in una società di dopati, a correre per una medaglia in preda a una comune allucinazione, senza i piedi di Maradona e fuori da una contingenza favorevole, potremmo scoprire che il campo è sgombro da qualsiasi linea, che mancano le porte, e che il pubblico che una volta rumoreggiava è adesso altrove, immerso in cose che a noi paiono infinitamente più sciocche, infinitamente meno essenziali e che pure, con buona pace di quelli di noi che si affrettano a uscire dagli spogliatoi per essere accolti dal boato, esistono. Esistono e ci sovrastano.
Non c’è nessuna medaglia. Non c’è il podio e non ne verranno icone. C’è solo il lavoro culturale portato avanti da un insieme di donne e uomini che, guardandosi allo specchio, sono colti da macropsia (se non addirittura da prosopagnosia). Da qui bisogna partire, da una più puntuale percezione di noi stessi e del campo della nostra azione. Ricordiamocene, quando torneranno i fiori.

[1] https://www.youtube.com/watch?v=kDcDIGA2Fx8

 

Classifica

Al primo posto troviamo Emily Dickinson con La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019), volume a cura di Andrea Sirotti.
Gabriele Galloni è secondo con la selezione da L’estate del mondo (Marco Saya 2019). Terzo in classifica, Ivan Fassio da Il culto dei corpi (Raineri Vivaldelli Editori 2020). Giacomo Leronni con il suo Scrittura come ciglio (puntoacapo 2019), nella recensione di Claudia Mirrione per la rubrica Poetiche fenomenologiche, è l’autore più letto nel mese di novembre.

 

Tutta la classifica*

1. Emily Dickinson – Selezione da La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019)
2. Gabriele Galloni – Poesie da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
3. Ivan Fassio – Testi da Il culto dei corpi (Raineri Vivaldelli Editori 2020)
4. Nicanor Parra – Recensione di Alessandro Mistrorigo a L’ultimo spegne la luce (Bompiani 2019; a cura di Matteo Lefèvre)
5. Giorgio Caproni – Recensione di Aurora Castro a Genova di tutta la vita (San Marco dei Giustiniani 1997)
6. Rosaria Lo Russo – Saggio di Beatrice Achille a partire da Crolli (Battello Stampatore 2006)
7. Rosa Gallitelli – Poesie da Selva creatura leggera (Passigli 2015)
8. Francesca Mazzotta – Testi inediti
9. Pierluigi Cappello – Saggio di Carlo Selan su Assetto di volo (Crocetti 2006)
10. Giorgiomaria Cornelio – Poesie da La promessa focaia (Anterem 2019) e da Il detto e la carie (inedito) ne l’intervista di Carlo Selan

 

Superclassifica Show. I libri di poesia più venduti dagli editori piccoli e medi

2017

2018

2019

 

Poeti più letti nell’anno
Laura Marino 2017 – Inediti
Patrizia Vicinelli
2018 – Saggio di Davide Galipò
Simone Savogin 2019 – Poesie da Come farfalla (Mille gru 2018)

 

Poeti più letti del mese
Carlo Bordini maggio 2017. Poesie tratte da I costruttori di vulcani (Luca Sossella 2010)
Angela Bonanno
giugno 2017. Saggio su tutte le opere, a cura di Silvia Rosa
Domenico Brancale
luglio 2017. Inediti, poi pubblicati in Per diverse ragioni (Passigli 2017)
Giancarlo Sissa
agosto 2017. Poesie tratte da Persona minore (Qudulibri 2015)
Franco Arminio
settembre 2017. Poesie tratte da Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere 2017)
Hilà Lahav
ottobre 2017. Intervista e selezioni di inediti a cura di Biagio Guerrera
Marilina Ciaco
novembre 2017. Inediti
Laura Marino
dicembre 2017. Inediti
Elena Zuccaccia gennaio 2018. Poesie tratte da ordine e mutilazione (Pietre Vive 2016)
Gian Mario Villalta febbraio 2018. Poesie tratte da Telepatia (Lietocolle 2016), recensione di Carolina Rossi
Alberto Bertoni marzo 2018. Inediti
Francesca Martinelli aprile 2018. Poesie tratte da Ex voto di briganti, fate, santi, contadini (FrancoPuzzo 2017)
Pierluigi Cappello
maggio 2018. Poesie tratte da Le nebbie (Campanotto 1994/2003), saggio di Carlo Selan
Christian Tito giugno 2018. Inediti
Jonida Prifti luglio 2018. Inediti e intervista di Silvia Rosa
Noemi de Lisi agosto 2018. Poesie tratte da La stanza vuota (Ladolfi 2017)
Gabriele Galloni settembre 2018. Poesie tratte da Creatura breve (Ensemble 2018)
Vittoriano Masciullo ottobre 2018. Poesie tratte da Dicembre dall’alto (L’Arcolaio 2018)
Gaia Ginevra Giorgi novembre 2018. Poesie tratte da Manovre segrete (Interno Poesia 2017)
Adriano Spatola dicembre 2018. Saggio di Giovanni Fontana
Irene Paganucci gennaio 2019. Inediti
Simone Savogin febbraio 2019. Poesie tratte da Come farfalla (Mille gru 2018)
Francesca Mazzotta marzo 2019. Inediti
Enrico Marià aprile 2019. Poesie tratte da I figli dei cani (Puntoacapo 2019)
Federica Fiorella Imperato maggio 2019. Poesie tratte da Geografie interiori (Aletheia 2018)
Marijana Sutic giugno 2019. Intervista di Silvia Rosa, poesie inedite
Emilio Rentocchini luglio 2019. Poesie tratte da 44 ottave (Book editore 2019)
Tommaso Grandi agosto 2019. Inediti da Alla furia, con una nota di Rossella Renzi
Giovanni di Altavilla settembre 2019. Intervista a Lorenzo Carlucci e Laura Marino sulla riscoperta de Architrenius (Carocci 2019)
John Giorno ottobre 2019. Intervista di Domenico Brancale
Eleonora Nitti Capone novembre 2019. Inediti, poi contenuti in Primo fuoco (Musicaos 2019)
Emily Dickinson dicembre 2019. Poesie da La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019)
Raffaela Fazio gennaio 2020. Poesie da Tropaion (Puntoacapo 2020)
Luca Gilioli febbraio 2020. Inediti
Ivan Fassio marzo 2020. Poesie da Il culto dei corpi (Raineri Vivaldelli Editori 2020)
Francesco Benozzo aprile 2020. Selezione da Poema dal limite del mondo (Kolibris 2019)
Rosaria Lo Russo maggio 2020. Saggio di Beatrice Achille a partire da Crolli (Battello Stampatore 2006)
Faruk Šehić giugno 2020. Intervista di Christian Sinicco a partire da Ritorno alla natura (LietoColle 2019)
Giorgia La Placa luglio 2020. Poesie inedite
Giorgiomaria Cornelio agosto 2020. Intervista di Carlo Selan e poesie da La promessa focaia (Anterem 2019)
Gabriele Galloni settembre 2020. Poesie da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
Marcello Marciani ottobre 2020. Poesie da Revucegne / Rovistamenti (puntoacapo 2019), recensione di Christian Sinicco
Giacomo Leronni novembre 2020. Poesie da Scrittura come ciglio (puntoacapo 2019), recensione di Claudia Mirrione

* Per la classifica vengono presi in considerazione i post pubblicati negli ultimi due anni e più letti nell’ultimo anno su Poesia del nostro tempo, nonché quelli pubblicati negli ultimi due mesi e più letti nell’ultimo mese. I dati di lettura si riferiscono alla visita diretta all’articolo di un utente singolo (eventuali altre letture dello stesso utente non vengono prese in considerazione).

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