Poco tempo fa mi sono trovato in una situazione strana.

Da sei anni infatti frequento il mestiere di insegnante, ho le mie classi e nel precariato che investe la mia professione riesco a mantenere, in un parificato, un processo di continuità con i miei studenti. Nella mia terza è appeso un quadro di Rimbaud. È il suo ritratto più famoso, effigie dell’enfant prodige. Altri ragazzi lo hanno assemblato nel mio primo anno di insegnamento e dunque ora ogni mia lezione è tutelata dal divus.
Ma sto divagando.
Si diceva: mi sono trovato in una situazione strana; ancora: avrete notato il titolo e forse avete aperto il link per capire cosa sia questa frattura che qui si vuole raccontare.
Iniziamo subito, ma andiamo per gradi.
Un mese fa, invitato in un liceo milanese per parlare di poesia, mi sono seduto insieme a un caro amico e ho guardato i ragazzi. Abbiamo fatto dei nomi, i più noti, della storia della poesia mondiale. Io poi mi sono inoltrato nei campi oscuri della poesia contemporanea, ho parlato di Benedetti, Ceni, Milo, ma anche di Walcott e Milosz, di Bonnefoy. Ne è seguita una lunga digressione sulla poesia tragica, dall’Hölderlin di Sul tragico fino alla Grecia dei mistagoghi e delle baccanti. Avevo davanti, in larga parte, studenti di terzo e quarto anno, del classico e dello scientifico, gente che un utente medio non avrebbe difficoltà a considerare colta, a considerare preparata proprio sulla cultura greca e latina. Non è vero nulla, naturalmente. E non per loro demerito.
Quello che chiediamo ai nostri ragazzi del liceo è una formazione tecnica. I classicisti devono saper tradurre e gli scientifici devono sapere far di conto. La scuola è utile solo nella sua funzione di educazione alle tecniche. È una scuola che si muove per competenze. Non serve altro.
Per questo ho lasciato il concetto di tragico e sono tornato su territori conosciuti: l’Iliade. Lì si sono illuminati, conoscevano la storia, era nel programma, conoscevano l’anima di personaggi prevedibili, e giocare con quei pupazzetti è stato facile. Da lì i collegamenti a Sofocle ed Euripide e per finire la grande rottura di cazzo: la poesia contemporanea.
A cospetto di ciò le baccanti sono tornate immediatamente un argomento di conversazione solido. Così come i miei paraculistici rimandi a Dante e Manzoni, a Leopardi o Ariosto. Insomma alla letteratura per loro esistente, che è, nella maggior parte dei casi, storicizzata scolasticamente. Perché, bisognerebbe chiederci, siamo entrati in questa situazione strana?
Come scrive Tommaso Di Dio in una sua neanche troppo recente intervista rilasciata a Massimo Gezzi per Le parole e le cose, «Ormai, da quanto vedo, da quanto sento, si è consumato un divorzio definitivo fra cultura e istituzioni scolastiche»[1]. Questo andrebbe messo in esergo a ogni discussione sulla poesia del nostro tempo e sul suo lascito. Vero o presunto. La poesia, l’arte e la narrativa contemporanea, essendo beni per la maggior parte non commerciali, sono ormai fuori dal campo dell’oggi e di ciò che edifica l’oggi. I professori che, come me, Di Dio, Cescon, Villalta, Marra, Mantovani, Cagni e tanti altri, provano ad agire in modo culturale nell’ambito scolastico sono, quando va bene, capiti e trattati come eroi disarmati, quando va male ostracizzati e fraintesi.
Gli stessi nomi contemporanei succitati sono ignoti tanto agli studenti quanto ai loro professori, che promuovono prodotti editoriali commerciali e “semplici” per gli studenti che odiano di un odio riflesso.
Eccoci dunque nel centro della faglia, nella frattura. I ragazzi che ho incontrato, come la maggior parte degli studenti italiani, non riescono a distinguere un quadro di Caravaggio, la prosa di Calvino, una terzina dantesca. Quando lo sanno fare, quando ne hanno la tecnica, non riescono a portarla fuori dall’ambito scolastico: «Per una legge di cui non so distinguere i confini, ciò che viene svolto in classe sembra non poter minimamente entrare nella vita degli studenti: rimane confinato in un recinto psichico, più che fisico, e da lì non esce. Dalla mia impressione, fra la scuola e il mondo c’è scarsa porosità»[2].
Segno tangibile di questa frattura sono i conoscenti e gli amici, i parenti, che approfittano della nuova uscita letteraria (saggio, prosa, poesia) del loro congiunto per cazzeggiarlo violentemente, per colpirlo con un “scrivi cose più comprensibili”, o con un bongiorniano “allegria!”. Il sogno, naturalmente, è che la parola del poeta coincida finalmente con quella del cantante preferito, del mistagogo del contemporaneo, apparso con continuità nel talent da loro preferito, che parli, dunque, la lingua del mondo, non la lingua morta che, con Agamben, è la lingua viva dei poeti.
Siamo in un Paese in cui l’istruzione si è distaccata dalla cultura e i recenti dati sugli aumenti delle vendite[3] non devono né sorprenderci né ingannarci, tutto è sistemico di una macchina sismica che pervicacemente aumenta la frattura esistente tra lo scolastico e il culturale.
Quale futuro, dunque, per la poesia?
Nessuna risposta corretta, naturalmente. Semmai proposte e auspici. Niente di realistico, vi rassicuro subito, ma utili alcune di queste come reagenti con il “reale”. Mi spiego meglio: tutti noi vorremmo essere storicizzati, vorremmo che i programmi di Storia dell’arte arrivino fino a Gina Pane e quelli di letteratura ad Amelia Rosselli e oltre entrambi, ai vivi, ai giovani. Chi non sognerebbe una scuola dove al quinto anno i ragazzi si scambiano libri di De Angelis, di Severino o Sini, parlano di Hirst e Cattelan o leggono Cărtărescu? Quanta partecipazione in più ci sarebbe? Quanto ne gioverebbe, in termini di sovvenzioni, di prestigio e di partecipazione la cultura italiana?
Avete sentito l’attrito?
Il solo immaginare una scuola di livello, oggi, in questo Paese, dove alcuni degli intellettuali più brillanti (e dei più promettenti giovani poeti) hanno speso energie inaudite per contrastare i vaccini, ci porta al riso o alla smorfia. Continuerà come è: qualcuno, fortunato e furbo, potrà sottrarre al suo professore nomi, tracce, versi, quadri e con quei nomi potrà costruire il suo futuro culturale. Un enorme lavoro che produrrà esiti modesti. Per i molti altri: la scuola della frattura, una cosa che non parla.

[1] https://www.leparoleelecose.it/?p=40046

[2] https://www.leparoleelecose.it/?p=40046

[3] https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/altre_proposte/2021/12/02/libri-nel-2021-25-copie-vendute-rispetto-al-2020_b3c3c849-4006-46c3-ad35-a1b2d39a98c4.html

Classifica

Il rush finale della classifica annuale ha decretato come post più letto nel 2021 l’anteprima editoriale dell’antologia di Salvatore Toma Poesie (1970 – 1983) (Musicaos 2020), poeta reso noto dal Canzoniere della morte (Einaudi 1999) curato da Maria Corti; in un libro, finalmente, si possono leggere tutti gli scritti del poeta pugliese. Secondo Gabriele Gabbia con la selezione da L’arresto (L’arcolaio 2020). Terzo in classifica, Giorgio Caproni nella recensione di Aurora Castro a Genova di tutta la vita (San Marco dei Giustiniani 1997). Il post su L’età dell’uva (Giulio Perrone Editore 2021) di Mattia Tarantino è il più letto a dicembre.

Tutta la classifica*

1. Salvatore Toma – Anteprima editoriale di Poesie (1970-1983) (Musicaos 2020)
2. Gabriele Gabbia – Poesie da L’arresto (L’arcolaio 2020)
3. Giorgio Caproni – Recensione di Aurora Castro a Genova di tutta la vita (San Marco dei Giustiniani 1997)
4. Nikos Kazantzakis – Recensione di Luca Mozzachiodi a Odissea (Crocetti 2020)
5. Mario Cubeddu – Anteprima editoriale di Areputzu / Asfodelo (Vydia editore 2021)
6. Rosa Gallitelli – Poesie da Selva creatura leggera (Passigli 2015)
7. Tomaso Pieragnolo – Intervista di Sonia Caporossi e poesie da Viaggio incolume (Passigli 2017)
8. Adam Zagajewski – Saggio di Luca Mozzacchiodi e poesie da Guarire dal silenzio (Mondadori 2020)
9. Francisco Soriano – Poesie da La Via Lattea (Eretica Edizioni 2021)
10. Simone Cattaneo – Breve saggio di Andrea Donaera su Nome e soprannome (Atelier 2001) e Made in Italy (Atelier 2008)

Superclassifica Show. I libri di poesia più venduti dagli editori piccoli e medi

2017

2018

2019

2020

Poeti più letti nell’anno
Laura Marino 2017 – Inediti
Patrizia Vicinelli
2018 – Saggio di Davide Galipò
Simone Savogin 2019 – Poesie da Come farfalla (Mille gru 2018)
Gabriele Galloni 2020 – Estratti da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
Salvatore Toma 2021 – Anteprima editoriale da Poesie (1970 – 1983) (Musicaos 2020)

Poeti più letti del mese
Carlo Bordini maggio 2017. Poesie tratte da I costruttori di vulcani (Luca Sossella 2010)
Angela Bonanno
giugno 2017. Saggio su tutte le opere, a cura di Silvia Rosa
Domenico Brancale
luglio 2017. Inediti, poi pubblicati in Per diverse ragioni (Passigli 2017)
Giancarlo Sissa
agosto 2017. Poesie tratte da Persona minore (Qudulibri 2015)
Franco Arminio
settembre 2017. Poesie tratte da Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere 2017)
Hilà Lahav
ottobre 2017. Intervista e selezioni di inediti a cura di Biagio Guerrera
Marilina Ciaco
novembre 2017. Inediti
Laura Marino
dicembre 2017. Inediti
Elena Zuccaccia gennaio 2018. Poesie tratte da ordine e mutilazione (Pietre Vive 2016)
Gian Mario Villalta febbraio 2018. Poesie tratte da Telepatia (Lietocolle 2016), recensione di Carolina Rossi
Alberto Bertoni marzo 2018. Inediti
Francesca Martinelli aprile 2018. Poesie tratte da Ex voto di briganti, fate, santi, contadini (FrancoPuzzo 2017)
Pierluigi Cappello
maggio 2018. Poesie tratte da Le nebbie (Campanotto 1994/2003), saggio di Carlo Selan
Christian Tito giugno 2018. Inediti
Jonida Prifti luglio 2018. Inediti e intervista di Silvia Rosa
Noemi de Lisi agosto 2018. Poesie tratte da La stanza vuota (Ladolfi 2017)
Gabriele Galloni settembre 2018. Poesie tratte da Creatura breve (Ensemble 2018)
Vittoriano Masciullo ottobre 2018. Poesie tratte da Dicembre dall’alto (L’Arcolaio 2018)
Gaia Ginevra Giorgi novembre 2018. Poesie tratte da Manovre segrete (Interno Poesia 2017)
Adriano Spatola dicembre 2018. Saggio di Giovanni Fontana
Irene Paganucci gennaio 2019. Inediti
Simone Savogin febbraio 2019. Poesie tratte da Come farfalla (Mille gru 2018)
Francesca Mazzotta marzo 2019. Inediti
Enrico Marià aprile 2019. Poesie tratte da I figli dei cani (Puntoacapo 2019)
Federica Fiorella Imperato maggio 2019. Poesie tratte da Geografie interiori (Aletheia 2018)
Marijana Sutic giugno 2019. Intervista di Silvia Rosa, poesie inedite
Emilio Rentocchini luglio 2019. Poesie tratte da 44 ottave (Book editore 2019)
Tommaso Grandi agosto 2019. Inediti da Alla furia, con una nota di Rossella Renzi
Giovanni di Altavilla settembre 2019. Intervista a Lorenzo Carlucci e Laura Marino sulla riscoperta del poema Architrenius (Carocci 2019)
John Giorno ottobre 2019. Intervista di Domenico Brancale
Eleonora Nitti Capone novembre 2019. Inediti, poi contenuti in Primo fuoco (Musicaos 2019)
Emily Dickinson dicembre 2019. Poesie da La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019)
Raffaela Fazio gennaio 2020. Poesie da Tropaion (Puntoacapo 2020)
Luca Gilioli febbraio 2020. Inediti
Ivan Fassio marzo 2020. Poesie da Il culto dei corpi (Raineri Vivaldelli Editori 2020)
Francesco Benozzo aprile 2020. Selezione da Poema dal limite del mondo (Kolibris 2019)
Rosaria Lo Russo maggio 2020. Saggio di Beatrice Achille a partire da Crolli (Battello Stampatore 2006)
Faruk Šehić giugno 2020. Intervista di Christian Sinicco a partire da Ritorno alla natura (LietoColle 2019)
Giorgia La Placa luglio 2020. Poesie inedite
Giorgiomaria Cornelio agosto 2020. Intervista di Carlo Selan e poesie da La promessa focaia (Anterem 2019)
Gabriele Galloni settembre 2020. Poesie da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
Marcello Marciani ottobre 2020. Poesie da Revucegne / Rovistamenti (puntoacapo 2019), recensione di Christian Sinicco
Giacomo Leronni novembre 2020. Poesie da Scrittura come ciglio (puntoacapo 2019), recensione di Claudia Mirrione
Francesca Serragnoli dicembre 2020. Selezione da La quasi notte (MC Editrice 2020)
Franco Loi gennaio 2021. Una poesia da Voci d’un vecchio cantare (Il Ponte del Sale 2017) e ricordo di Davide Romagnoli
Marina Cvetaeva febbraio 2021. Selezione da La principessa guerriera (Sandro Teti Editore 2020), recensione di Giulia Bolzan
Nina Nasilli marzo 2021. Estratto da Prossimità (Book Editore 2019)
Adam Zagajewski aprile 2021. Saggio di Luca Mozzachiodi a partire dall’antologia Guarire dal silenzio (Mondadori 2020)
Nadia Agustoni maggio 2021. Poesie da [la casa è nera] (Vydia editore 2021)
Filippo Davoli giugno 2021. Recensione di Jacopo Curi a Dentro il meraviglioso istante (CartaCanta/Capire 2021)
Giulia Niccolai luglio 2021. Saggio di Andrea Conti a partire da Poemi & Oggetti. Poesie complete (Le lettere 2012)
Nikos Kazantzakis agosto 2021. Saggio di Luca Mozzachiodi su Odissea (Crocetti Editore 2020)
Francisco Soriano settembre 2021. Poesie da La Via Lattea (Eretica Edizioni 2021)
Eunice Odio ottobre 2021. Poesie da Questo è il bosco e altre poesie (Via del Vento 2009) e da Come le rose disordinando l’aria (Passigli 2015)
Gabriel Del Sarto novembre 2021. Poesie da Tenere insieme (Samuele Editore Pordenonelegge 2021)
Mattia Tarantino dicembre 2021. Poesie da L’età dell’uva (Giulio Perrone Editore 2021)

* Per la classifica vengono presi in considerazione i post pubblicati negli ultimi due anni e più letti nell’ultimo anno su Poesia del nostro tempo, nonché quelli pubblicati negli ultimi due mesi e più letti nell’ultimo mese. I dati di lettura si riferiscono alla visita diretta all’articolo di un utente singolo (eventuali altre letture dello stesso utente non vengono prese in considerazione).

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