Agosto è tempo di letture, possibilmente sani e sotto l’ombrellone o rinchiusi in casa come i burioneschi sorci, per il caldo eccessivo, per gli incendi e le devastazioni ambientali, in Sardegna, in Cina così come tra Belgio e Germania, o forse per il covid, o più probabilmente – nella nostra pausa dal telelavoro – perché siamo sempre più perplessi e confusi rispetto a questo mondo e alle sue accelerazioni verso un post del post (umano, industriale, atomico, culturale d’un tardo-antico che nietzschianamente ritorna) di cui non abbiamo ancora gli strumenti o la giusta distanza per definire le coordinate. Agosto è dunque – ricomincio – tempo di letture, le letture che abbiamo accumulato e tralasciato nel corso dell’anno, quelle di recente pubblicazione, quelle per tenerci il più possibile up-to-date, quelle da non perdere per stare «sul pezzo», come si dice nel gergo d’officina, la fabbrica culturale in cui ormai siamo invischiati (mai mostrarsi o dichiararsi inattuali, dio ce ne scampi!), così come i classici che giacciono da anni sul nostro comodino o sparsi per le nostre librerie (in riferimento ai quali, invece, i lettori dell’ultim’ora ti dicono: «ma ancora lì stai?», quando in verità sempre più spesso non li si è mai sfiorati se non per sinossi, per estratti e pericopi convinti che possa andar bene anche così). Tutto, per ritornare al discorso, ad agosto si ferma, i lettori di ogni tipo, invece, avanzano. Anche i lettori di poesia.

Il pubblico della poesia – reloaded

La produzione di poesia italiana contemporanea o ultracontemporanea, per definire quella del qui ed ora, dell’iperattuale (e qui rimando all’articolo di Sonia Caporossi in merito), è un universo vasto, talvolta indomabile, sicuramente composito, da un punto di vista tematico e stilistico-formale, ed essa ha – ebbene sì, effettivamente sembra strano a dirsi – anche un pubblico cui si rivolge e che segue, anche con interesse, il mondo della poesia. Un bel programma radiofonico di inchiesta su questo tema è Il pubblico della poesia, curato per Sanbaradio, radio universitaria di Trento, da Adriano Cataldo, che prende naturalmente le mosse dal lavoro del 1975 di Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli e in qualche modo lo riaggiorna attraverso interviste, inframmezzate da interventi musical-poetici, rivolte a chi di poesia è sia fruitore che creatore. Cataldo, infatti, con il suo format indaga imparzialmente, in atteggiamento d’ascolto, ma al contempo mette in luce e sprona gli intervistati a mettere in luce la profonda stratificazione del pubblico della poesia. Di chi, ecco, sta in questo momento leggendo di poesia.

Chi sono i lettori di poesia? Dove si nascondono (l’immagine del sorcio è sempre presente)? Proviamo a fare una breve disamina. Nella maggior parte dei casi, il primo contatto della poesia avviene a scuola. I fruitori sono alunni di vario grado ma anche di vario interesse, da quello o quella di cui non si riescono ad intercettare i gusti a quello o quella curiosa verso questa nuova forma d’arte. Questo momento è un momento centrale di formazione delle competenze per affrontare un testo poetico e contribuisce a definire la collocazione del lettore all’interno di questa stratificazione. Poi, fuori dalla scuola, c’è chi continua la lettura del testo poetico, chi perde completamente questo contatto, perché senza dubbio il pubblico della poesia rimane un pubblico – sebbene stratificato all’interno – ristretto. Ci sono i curiosi e gli occasionali, quelli che si interessano di tutto e anche della poesia, la leggono in maniera saltuaria, magari ne postano qualche brano sui social network, qualcosa che li ha colpiti. Mi ha colpito molto, nella definizione di quale sia il pubblico della poesia oggi, un articolo di Dimitri Milleri, uscito su una nuova rivista on-line, Lay0ut magazine, che sottopone alla madre e alla nonna due poesie contemporanee di Francesco Maria Tipaldi e Andrea De Alberti. Rimarchevoli gli esiti di questa intervista: le due donne si sono appassionate e, non influenzate dall’expert presente, si sono ingegnate a dare una loro interpretazione, hanno provato piacere, si sono confrontate e si sono cimentate in un’attività ermeneutica che ha restituito un quadro più ampio e in qualche modo di scarto rispetto a quello del «somministratore». Sappiamo infatti che il testo poetico, in quanto testo meno vincolante per eccellenza, ha tante interpretazioni quanti sono i suoi fruitori. Anche questo è il pubblico della poesia. Un pubblico della poesia, certo, occasionale e non destinato a svilire le competenze del lettore esperto, ma tale occasionalità può essere foriera di sviluppi inaspettati. Ma andiamo ancora avanti: procedendo verso gradini ancora più ristretti nel nostro pubblico «multistrato», ci sono gli specializzati di via via vario livello, dai cultori, agli insegnanti di Lettere di vario grado che possano prediligere o meno la poesia contemporanea o che ne possano essere critici o meno. Spesso a scuola non ci si apre alla poesia del secondo Novecento, figuriamoci a quella ultracontemporanea, quella in progress, quella nel suo farsi, con la conseguenza che la forbice tra ciò che si studia e ciò che si vive si divarica sempre di più. Più oltre, ovviamente, vi è il culmine di questa scala, la schiera dei poeti-critici, che è l’ultimo e il più alto tra questi strati: il caso in cui creatore e fruitore coincidono nella stessa persona, un processo naturale, un dialogo, una crescita, un percorso di posizionamento del poeta di fronte ad altri che manifestano la sua stessa vocazione. Ma, mi chiedo, ed è una domanda aperta rispetto alla quale ognuno può avere una propria e personale risposta: c’è qualcosa che accomuna questo pubblico «multistrato»? Rispondere a questa domanda è importante: equivarrebbe a rispondere al perché si legge poesia.

Del perché – forse – si legge (ancora!) poesia

Credo che nel nostro «multistrato» del pubblico della poesia, come lo abbiamo definito, ci sia qualcosa in comune. Qualcosa che leghi in qualche modo tutte le componenti interessate alla poesia. Leggevo che è stato condotto uno studio da un ricercatore del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics per cercare di capire cosa succede al cervello umano quando si legge una poesia. Questo studio coinvolgeva sia «principianti» sia lettori abituali e preparati a leggere il testo poetico. Inizialmente, è stato chiesto ai partecipanti di ascoltare delle poesie, selezionate dai ricercatori, di scrittori tedeschi conosciuti, come Friedrich Hölderlin, Friedrich Schiller, Theodor Fontane, e Otto Ernst. Poi, è stato permesso ai volontari di scegliere autonomamente versi di altri autori, tra cui Shakespeare, Goethe, Nietzsche, Poe, Celan, e Rilke. La cosa interessante è che ad ogni ascolto sono stati misurati i movimenti della pelle, la frequenza cardiaca e le espressioni del volto, e quando i volontari sentivano sensazioni come brividi o pelle d’oca, dovevano schiacciare un bottone per tutta la durata della reazione fisica.

Il risultato della ricerca è stato che le persone coinvolte hanno dichiarato di avere avuto brividi e pelle d’oca ed è stato anche notato che il 77% di loro, già prima di provare questa sensazione, diversi secondi prima, modificava l’espressione del volto, o subiva altre modifiche sul versante corporeo, il che ha portato il team di ricercatori a pensare che il piacere della poesia sia più lento e risulti dalla congiunzione sì di emozioni ma non emozioni tout court, emozioni che nascono dall’apprezzamento della struttura intrinseca della poesia che richiede qualche secondo in più perché sia formalizzata nella nostra testa: assemblaggio di suoni e loro evocatività, sequenza di parole e costruzione di immagini e, per i più esperti, il livello metrico e rimico. Insomma, un brivido, uno spell, un incantesimo ma che nasce dal pensiero e che coinvolge all’unisono tutti gli strati del nostro «multistrato».

Prendiamo Felicità raggiunta di Montale. Questo è un testo che sembra poter catturare l’attenzione di un pubblico vasto, dai principianti ai lettori più esperti, che colgono l’idea della precarietà di attimi fugaci di felicità in maniera diversa. Il lettore appartenente al gruppo dei «principianti» lo farà attraverso le parole, i suoni assemblati insieme e le immagini, invece il lettore più esperto e formato si renderà maggiormente conto e, in un istante di intuizione, coglierà persino che Montale esprime anche metricamente l’idea della precarietà di uno stato di felicità raggiunto, alternando all’endecasillabo, metro dominante in entrambe le strofe, il settenario con prevalenza di parole monosillabiche, brevissime e fugaci, un novenario e un endecasillabo più un quinario che ha invece un ritmo più disteso, tutto il contrario di quello espresso dal settenario. L’idea è sempre la stessa: ma parla e si comunica in maniera diversa ai vari strati, ma credo a tutti.

La risposta che mi do è, quindi, questa: forse per questo brivido che nasce dal pensiero vale ancora la pena di leggere poesia, che sia attuale, inattuale, iperattuale, al di là delle esitazioni, dei dubbi e delle incertezze di un’epoca che non sappiamo ancora come interpretare e che, letteralmente, ci devasta. Il tutto certamente, però, con buona pace dei sorci (e del Codacons).

Classifica

Una classifica annuale rivoluzionata dal quarto al decimo posto, con l’ingresso del poeta polacco Adam Zagajewski, dell’haijin Andrea Cecon e di Mario Cubeddu, poeta in lingua sarda, mentre si conferma il più letto Gabriele Galloni con la selezione da L’estate del mondo (Marco Saya 2019). Secondo in classifica, Giorgio Caproni nella recensione di Aurora Castro a Genova di tutta la vita (San Marco dei Giustiniani 1997) e terza Emily Dickinson con la selezione da La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019). Il saggio di Andrea Conti su Giulia Niccolai a partire da Poemi & Oggetti. Poesie complete (Le lettere 2012) è l’articolo più letto a luglio.

Tutta la classifica*

1. Gabriele Galloni – Poesie da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
2. Giorgio Caproni – Recensione di Aurora Castro a Genova di tutta la vita (San Marco dei Giustiniani 1997)
3. Emily Dickinson – Selezione da La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019)
4. Rosa Gallitelli – Poesie da Selva creatura leggera (Passigli 2015)
5. Salvatore Toma – Anteprima editoriale di Poesie (1970-1983) (Musicaos 2019)
6. Tomaso Pieragnolo – Intervista di Sonia Caporossi e poesie da Viaggio incolume (Passigli 2017)
7. Adam Zagajewski – Saggio di Luca Mozzacchiodi e poesie da Guarire dal silenzio (Mondadori 2020)
8. Andrea Cecon – Saggio di Antonio Sacco sulle opere
9. Alberto Nessi – Poesie da Un sabato senza dolore (Interlinea 2016)
10. Mario Cubeddu – Anteprima editoriale di Areputzu / Asfodelo (Vydia editore 2021)

Superclassifica Show. I libri di poesia più venduti dagli editori piccoli e medi

2017

2018

2019

2020

Poeti più letti nell’anno
Laura Marino 2017 – Inediti
Patrizia Vicinelli
2018 – Saggio di Davide Galipò
Simone Savogin 2019 – Poesie da Come farfalla (Mille gru 2018)
Gabriele Galloni 2020 – Estratti da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)

Poeti più letti del mese
Carlo Bordini maggio 2017. Poesie tratte da I costruttori di vulcani (Luca Sossella 2010)
Angela Bonanno
giugno 2017. Saggio su tutte le opere, a cura di Silvia Rosa
Domenico Brancale
luglio 2017. Inediti, poi pubblicati in Per diverse ragioni (Passigli 2017)
Giancarlo Sissa
agosto 2017. Poesie tratte da Persona minore (Qudulibri 2015)
Franco Arminio
settembre 2017. Poesie tratte da Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere 2017)
Hilà Lahav
ottobre 2017. Intervista e selezioni di inediti a cura di Biagio Guerrera
Marilina Ciaco
novembre 2017. Inediti
Laura Marino
dicembre 2017. Inediti
Elena Zuccaccia gennaio 2018. Poesie tratte da ordine e mutilazione (Pietre Vive 2016)
Gian Mario Villalta febbraio 2018. Poesie tratte da Telepatia (Lietocolle 2016), recensione di Carolina Rossi
Alberto Bertoni marzo 2018. Inediti
Francesca Martinelli aprile 2018. Poesie tratte da Ex voto di briganti, fate, santi, contadini (FrancoPuzzo 2017)
Pierluigi Cappello
maggio 2018. Poesie tratte da Le nebbie (Campanotto 1994/2003), saggio di Carlo Selan
Christian Tito giugno 2018. Inediti
Jonida Prifti luglio 2018. Inediti e intervista di Silvia Rosa
Noemi de Lisi agosto 2018. Poesie tratte da La stanza vuota (Ladolfi 2017)
Gabriele Galloni settembre 2018. Poesie tratte da Creatura breve (Ensemble 2018)
Vittoriano Masciullo ottobre 2018. Poesie tratte da Dicembre dall’alto (L’Arcolaio 2018)
Gaia Ginevra Giorgi novembre 2018. Poesie tratte da Manovre segrete (Interno Poesia 2017)
Adriano Spatola dicembre 2018. Saggio di Giovanni Fontana
Irene Paganucci gennaio 2019. Inediti
Simone Savogin febbraio 2019. Poesie tratte da Come farfalla (Mille gru 2018)
Francesca Mazzotta marzo 2019. Inediti
Enrico Marià aprile 2019. Poesie tratte da I figli dei cani (Puntoacapo 2019)
Federica Fiorella Imperato maggio 2019. Poesie tratte da Geografie interiori (Aletheia 2018)
Marijana Sutic giugno 2019. Intervista di Silvia Rosa, poesie inedite
Emilio Rentocchini luglio 2019. Poesie tratte da 44 ottave (Book editore 2019)
Tommaso Grandi agosto 2019. Inediti da Alla furia, con una nota di Rossella Renzi
Giovanni di Altavilla settembre 2019. Intervista a Lorenzo Carlucci e Laura Marino sulla riscoperta del poema Architrenius (Carocci 2019)
John Giorno ottobre 2019. Intervista di Domenico Brancale
Eleonora Nitti Capone novembre 2019. Inediti, poi contenuti in Primo fuoco (Musicaos 2019)
Emily Dickinson dicembre 2019. Poesie da La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019)
Raffaela Fazio gennaio 2020. Poesie da Tropaion (Puntoacapo 2020)
Luca Gilioli febbraio 2020. Inediti
Ivan Fassio marzo 2020. Poesie da Il culto dei corpi (Raineri Vivaldelli Editori 2020)
Francesco Benozzo aprile 2020. Selezione da Poema dal limite del mondo (Kolibris 2019)
Rosaria Lo Russo maggio 2020. Saggio di Beatrice Achille a partire da Crolli (Battello Stampatore 2006)
Faruk Šehić giugno 2020. Intervista di Christian Sinicco a partire da Ritorno alla natura (LietoColle 2019)
Giorgia La Placa luglio 2020. Poesie inedite
Giorgiomaria Cornelio agosto 2020. Intervista di Carlo Selan e poesie da La promessa focaia (Anterem 2019)
Gabriele Galloni settembre 2020. Poesie da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
Marcello Marciani ottobre 2020. Poesie da Revucegne / Rovistamenti (puntoacapo 2019), recensione di Christian Sinicco
Giacomo Leronni novembre 2020. Poesie da Scrittura come ciglio (puntoacapo 2019), recensione di Claudia Mirrione
Francesca Serragnoli dicembre 2020. Selezione da La quasi notte (MC Editrice 2020)
Franco Loi gennaio 2021. Una poesia da Voci d’un vecchio cantare (Il Ponte del Sale 2017) e ricordo di Davide Romagnoli
Marina Cvetaeva febbraio 2021. Selezione da La principessa guerriera (Sandro Teti Editore 2020), recensione di Giulia Bolzan
Nina Nasilli marzo 2021. Estratto da Prossimità (Book Editore 2019)
Adam Zagajewski aprile 2021. Saggio di Luca Mozzachiodi a partire dall’antologia Guarire dal silenzio (Mondadori 2020)
Nadia Agustoni maggio 2021. Poesie da [la casa è nera] (Vydia editore 2021)
Filippo Davoli giugno 2021. Recensione di Jacopo Curi a Dentro il meraviglioso istante (CartaCanta/Capire 2021)
Giulia Niccolai luglio 2021. Saggio di Andrea Conti a partire da Poemi & Oggetti. Poesie complete (Le lettere 2012)

* Per la classifica vengono presi in considerazione i post pubblicati negli ultimi due anni e più letti nell’ultimo anno su Poesia del nostro tempo, nonché quelli pubblicati negli ultimi due mesi e più letti nell’ultimo mese. I dati di lettura si riferiscono alla visita diretta all’articolo di un utente singolo (eventuali altre letture dello stesso utente non vengono prese in considerazione).

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