A mio parere, il compito di un editoriale, specialmente quello scritto per una delle maggiori riviste italiane online di poesia, dovrebbe essere sì, quello di inquadrare temi e problemi del panorama letterario ultracontemporaneo, ma dovrebbe anche essere quello di tentare un’analisi fattiva che risulti propositiva di soluzioni ai problemi di volta in volta individuati, per quanto parziali, inadeguate o utopiche al senno di poi possano risultare le proposte sostenute in tal sede.

Comprendere punti di vista, temi e problemi, ma anche possedere l’attitudine a proporre alternative e correggere il tiro: in questo ritengo  che debba consistere la missione primaria della critica letteraria. Ciò significa guardarsi intorno, osservare il corpo oggettualmente preso in esame dentro e fuori e, dopo averne radiografato la sostanza, dopo aver individuato autopticamente l’osso storto, o malato, o fratturato, proporne dopo attento ragionamento (per così dire, “medico”) diagnosi e cura.

Ora, a me sembra che questa attitudine troppo spesso languisca: capita di rimanere alla “pura superficie” (per parafrasare Mazzoni) e non si riesce ad andare al fondo dell’indagine quel tanto che basti a prendersi “cura” del grande malato (molte volte, peraltro, immaginario), ovvero della poesia italiana attuale.

Dico malato immaginario perché, in effetti, la poesia che è poesia è viva e sta benissimo: continua ad essere prodotta, letta e riconosciuta, pur nel marasma indistinto del sottobosco, tra le diramazioni intricate del quale a tratti rischia di disperdersi. E allora, qual è il male oscuro di cui stiamo parlando? In che modo potremmo estrinsecare la prima fase dell’analisi, ovvero l’individuazione del problema? È presto detto.

A me sembra che i tormenti della poesia contemporanea (e della critica letteraria ad essa connessa) nascano da una sorta di prevaricazione dell’elemento sociologico rispetto a quello meramente testuale, ovvero dalla debordanza di “tutto ciò che gira intorno al poetico” rispetto alla pura e semplice sostanza della chose, ovvero i testi.

Cos’è, ad esempio, che consente a un noto cantante di curare una silloge per un noto editore e di essere preso sul serio, a una nota influencer di pubblicare un libro di poesia e a noti poeti e critici di occuparsene seriamente, se non questo fatto che esiste un alone sociologico che attornia il fare poetico ma che, con la poesia, davvero poco ha a che fare? Per quale motivo la dimensione massmediatica, in particolare, prende talmente tanto il sopravvento da deviarci rispetto a ciò che risulta essere davvero importante, ovvero il testo poetico stesso, il libro che abbiamo tra le mani?

In effetti, quello della centralità del testo è un discorso che vado facendo da anni, a costo di stancare lettori e uditori e di fare la figura della Cassandra. Questo tema fa pendant con la critica feroce che occorre operare rispetto ad atteggiamenti di pressappochismo come quelli che denunciavo in un’intervista su Nazione Indiana ormai qualche anno fa (anche allora: vox clamantis in deserto!): “ […] detto in termini molto semplici, si conoscono i nomi, ma molto meno cosa scrivono e soprattutto cosa vogliano dire con la loro scrittura”.

“Questo problema”, continuavo a sostenere nella stessa intervista, “è collegato alla diffusione indiscriminata di versi e versicoli nell’era della confusione meta-mediatica e, di conseguenza, all’epigonismo disturbante della “poesia ai tempi di facebook”, non-luogo virtuale in cui, se pubblico la lista della spesa, postveritativamente divengo poeta autotelico e autoriferito, e se lo dico io lo sono e basta, non vale il giudizio obiettivo, estetico o critico, che possa affermare in qualsiasi maniera il contrario”.

In quella sede e in molte altre, ponevo e continuo a porre anche il problema della “indistinzione generata dal fare gruppo a tutti i costi”, behaviour malsano che inevitabilmente “produce un mancato riconoscimento delle poetiche differenziali dei vari autori”. Ammesso che, ovviamente, nell’epigonismo generalizzato dei nostri tempi, una poetica differenziale esista davvero.

Così, poco importa chi sia andato e chi invece non abbia presenziato al Salone Internazionale del Libro di Torino appena conclusosi, perché in ambienti del genere si entra semplicemente in un contesto altro rispetto al fare poesia, ovvero in quello, di pertinenza economica, del marketing e del meccanismo editoriale dell’autopromozione e della vendita, che riguarda la bieca sociologia della letteratura, non certo l’estetica, lo stile, la poetica, la forma. E allora, dopo l’individuazione del problema, quale può essere la proposta risolutiva?

Il poeta deve pensare innanzitutto a scrivere, a proporre un’opera che possa stagliarsi come riconoscibile e dotata di valore autonomo e che, per ciò, emerga dal sommerso al netto dell’indistinzione e della confusione generale. Compito precipuo della critica letteraria che faccia come proprio oggetto d’indagine l’ultracontemporaneità è proprio il setaccio della validità estetica delle scritture del qui-ed-ora, assunzione ardua come nessun’altra, giacché è nel fieri che si fa più fatica a operare il discernimento di una materia magmatica che si dà proprio nel suo farsi. Obiettivo della critica letteraria dell’ultracontemporaneità è essere sé stessa, ovvero fare critica; e per abolire ogni forma di dilettantismo, partigianeria, do-ut-des, bisogna proprio che il critico si metta seriamente a studiare, e che il poeta faccia altrettanto.

Per questo, la proposta che continuo a rinnovare è sempre la stessa, a mio parere discriminante e, forse, risolutiva nel senso che si diceva all’inizio: torniamo al testo!

Torniamo fondamentalmente a leggere, a leggere tutti, a leggere fornendo gli strumenti per la decodifica estetico-critica di ciò che si legge, in una stretta collaborazione tra la critica letteraria, l’editoria, la scuola. Perché l’educazione estetica passa anche e soprattutto dall’allenamento del gusto del lettore e del poeta, altrimenti al senso estetico rischia di venire lo scorbuto. E passa attraverso l’allenamento del critico che sia competente, onesto, serio e non improvvisato, che detenga nel proprio bagaglio formativo gli strumenti ineludibili della critica testuale e stilistica oltre che della filosofia estetica e dell’ermeneutica. Perché la crisi della poesia passa innanzitutto dalla crisi della critica.

Come scrive la cara amica Anna Maria Curci,

studia e scrivi
impara e insegna
unisci e affianca
sotto il cielo

Il resto, ovvero le vendite, le partecipazioni agli eventi, ai festival, alle fiere del libro, apparizioni che non siano comparizioni in giudizio o, peggio, semplici comparsate, se impariamo tutti a discernere il letame dai fiori, verrà da sé.

 

Classifica

La recensione di Luca Mozzacchiodi all’Odissea (Crocetti 2020) di Nikos Kazantzakis stabile al primo posto e, dello stesso autore, a seguire, il saggio su Adam Zagajewski a partire da Guarire dal silenzio (Mondadori 2020). Terza Alessandra Carnaroli con la recensione di Andrea Conti a Poesie con Katana (Miraggi edizioni 2019). L’articolo più letto nel mese di maggio è la recensione di Francesca Innocenzi a Sembrava il sole (Edizioni Progetto Cultura 2022) di Carola Allemandi.

Tutta la classifica*

1. Nikos Kazantzakis – Recensione di Luca Mozzachiodi a Odissea (Crocetti 2020)
2. Adam Zagajewski – Saggio di Luca Mozzachiodi e poesie da Guarire dal silenzio (Mondadori 2020)
3. Alessandra Carnaroli – Recensione di Andrea Conti su Poesie con katana (Miraggi edizioni 2019)
4. Gabriele Gabbia – Poesie da L’arresto (L’arcolaio 2020)
5. Fabio Maria Serpilli – Recensione di Manuel Cohen a Mal’Anconìa (puntoacapo Editrice 2021)
6. Francisco Soriano – Poesie da La Via Lattea (Eretica Edizioni 2021)
7. Giulia Niccolai – Saggio di Andrea Conti a partire da Poemi & Oggetti. Poesie complete (Le lettere 2012)
8. Laura Pugno – Poesie da Noi (Amos Edizioni 2020)
9. Alberto Bertoni – Recensione di Rossella Renzi a L’isola dei topi (Einaudi 2021)
10. Eunice Odio – Poesie da Questo è il bosco e altre poesie (Via del Vento 2009) e da Come le rose disordinando l’aria (Passigli 2015)

Superclassifica Show. I libri di poesia più venduti dagli editori piccoli e medi

2017

2018

2019

2020

Poeti più letti nell’anno
Laura Marino 2017 – Inediti
Patrizia Vicinelli
2018 – Saggio di Davide Galipò
Simone Savogin 2019 – Poesie da Come farfalla (Mille gru 2018)
Gabriele Galloni 2020 – Estratti da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
Salvatore Toma 2021 – Anteprima editoriale da Poesie (1970 – 1983) (Musicaos 2020)

Poeti più letti del mese
Carlo Bordini maggio 2017. Poesie tratte da I costruttori di vulcani (Luca Sossella 2010)
Angela Bonanno
giugno 2017. Saggio su tutte le opere, a cura di Silvia Rosa
Domenico Brancale
luglio 2017. Inediti, poi pubblicati in Per diverse ragioni (Passigli 2017)
Giancarlo Sissa
agosto 2017. Poesie tratte da Persona minore (Qudulibri 2015)
Franco Arminio
settembre 2017. Poesie tratte da Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere 2017)
Hilà Lahav
ottobre 2017. Intervista e selezioni di inediti a cura di Biagio Guerrera
Marilina Ciaco
novembre 2017. Inediti
Laura Marino
dicembre 2017. Inediti
Elena Zuccaccia gennaio 2018. Poesie tratte da ordine e mutilazione (Pietre Vive 2016)
Gian Mario Villalta febbraio 2018. Poesie tratte da Telepatia (Lietocolle 2016), recensione di Carolina Rossi
Alberto Bertoni marzo 2018. Inediti
Francesca Martinelli aprile 2018. Poesie tratte da Ex voto di briganti, fate, santi, contadini (FrancoPuzzo 2017)
Pierluigi Cappello
maggio 2018. Poesie tratte da Le nebbie (Campanotto 1994/2003), saggio di Carlo Selan
Christian Tito giugno 2018. Inediti
Jonida Prifti luglio 2018. Inediti e intervista di Silvia Rosa
Noemi de Lisi agosto 2018. Poesie tratte da La stanza vuota (Ladolfi 2017)
Gabriele Galloni settembre 2018. Poesie tratte da Creatura breve (Ensemble 2018)
Vittoriano Masciullo ottobre 2018. Poesie tratte da Dicembre dall’alto (L’Arcolaio 2018)
Gaia Ginevra Giorgi novembre 2018. Poesie tratte da Manovre segrete (Interno Poesia 2017)
Adriano Spatola dicembre 2018. Saggio di Giovanni Fontana
Irene Paganucci gennaio 2019. Inediti
Simone Savogin febbraio 2019. Poesie tratte da Come farfalla (Mille gru 2018)
Francesca Mazzotta marzo 2019. Inediti
Enrico Marià aprile 2019. Poesie tratte da I figli dei cani (Puntoacapo 2019)
Federica Fiorella Imperato maggio 2019. Poesie tratte da Geografie interiori (Aletheia 2018)
Marijana Sutic giugno 2019. Intervista di Silvia Rosa, poesie inedite
Emilio Rentocchini luglio 2019. Poesie tratte da 44 ottave (Book editore 2019)
Tommaso Grandi agosto 2019. Inediti da Alla furia, con una nota di Rossella Renzi
Giovanni di Altavilla settembre 2019. Intervista a Lorenzo Carlucci e Laura Marino sulla riscoperta del poema Architrenius (Carocci 2019)
John Giorno ottobre 2019. Intervista di Domenico Brancale
Eleonora Nitti Capone novembre 2019. Inediti, poi contenuti in Primo fuoco (Musicaos 2019)
Emily Dickinson dicembre 2019. Poesie da La mia lettera al mondo (Interno Poesia 2019)
Raffaela Fazio gennaio 2020. Poesie da Tropaion (Puntoacapo 2020)
Luca Gilioli febbraio 2020. Inediti
Ivan Fassio marzo 2020. Poesie da Il culto dei corpi (Raineri Vivaldelli Editori 2020)
Francesco Benozzo aprile 2020. Selezione da Poema dal limite del mondo (Kolibris 2019)
Rosaria Lo Russo maggio 2020. Saggio di Beatrice Achille a partire da Crolli (Battello Stampatore 2006)
Faruk Šehić giugno 2020. Intervista di Christian Sinicco a partire da Ritorno alla natura (LietoColle 2019)
Giorgia La Placa luglio 2020. Poesie inedite
Giorgiomaria Cornelio agosto 2020. Intervista di Carlo Selan e poesie da La promessa focaia (Anterem 2019)
Gabriele Galloni settembre 2020. Poesie da L’estate del mondo (Marco Saya 2019)
Marcello Marciani ottobre 2020. Poesie da Revucegne / Rovistamenti (puntoacapo 2019), recensione di Christian Sinicco
Giacomo Leronni novembre 2020. Poesie da Scrittura come ciglio (puntoacapo 2019), recensione di Claudia Mirrione
Francesca Serragnoli dicembre 2020. Selezione da La quasi notte (MC Editrice 2020)
Franco Loi gennaio 2021. Una poesia da Voci d’un vecchio cantare (Il Ponte del Sale 2017) e ricordo di Davide Romagnoli
Marina Cvetaeva febbraio 2021. Selezione da La principessa guerriera (Sandro Teti Editore 2020), recensione di Giulia Bolzan
Nina Nasilli marzo 2021. Estratto da Prossimità (Book Editore 2019)
Adam Zagajewski aprile 2021. Saggio di Luca Mozzachiodi a partire dall’antologia Guarire dal silenzio (Mondadori 2020)
Nadia Agustoni maggio 2021. Poesie da [la casa è nera] (Vydia editore 2021)
Filippo Davoli giugno 2021. Recensione di Jacopo Curi a Dentro il meraviglioso istante (CartaCanta/Capire 2021)
Giulia Niccolai luglio 2021. Saggio di Andrea Conti a partire da Poemi & Oggetti. Poesie complete (Le lettere 2012)
Nikos Kazantzakis agosto 2021. Saggio di Luca Mozzachiodi su Odissea (Crocetti Editore 2020)
Francisco Soriano settembre 2021. Poesie da La Via Lattea (Eretica Edizioni 2021)
Eunice Odio ottobre 2021. Poesie da Questo è il bosco e altre poesie (Via del Vento 2009) e da Come le rose disordinando l’aria (Passigli 2015)
Gabriel Del Sarto novembre 2021. Poesie da Tenere insieme (Samuele Editore Pordenonelegge 2021)
Mattia Tarantino dicembre 2021. Poesie da L’età dell’uva (Giulio Perrone Editore 2021)
Silvia Righi gennaio 2022. Recensione di Alessio Paiano su Demi-monde (Nem 2020)
Stefano Vitale febbraio 2022. Poesie da Si resta sempre altrove (puntoacapo Editrice 2022)
Fernanda Romagnoli marzo 2022. Poesia da La folle tentazione dell’eterno (Interno Poesia 2022)
Alessio Paiano aprile 2022. Recensione di Francesca Innocenzi a Punti di fuga (Arcipelago itaca 2021)
Carola Allemandi maggio 2022. Recensione di Francesco Innocenzi a Sembrava il sole (Edizioni Progetto Cultura 2022)

* Per la classifica vengono presi in considerazione i post pubblicati negli ultimi due anni e più letti nell’ultimo anno su Poesia del nostro tempo, nonché quelli pubblicati negli ultimi due mesi e più letti nell’ultimo mese. I dati di lettura si riferiscono alla visita diretta all’articolo di un utente singolo (eventuali altre letture dello stesso utente non vengono prese in considerazione).

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